L’adozione del Modello 231 come asset per la Sostenibilità: il caso Mia-Platform e freebly

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Per le aziende il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo – ex D.Lgs. 231/2001 può essere considerato un primo e importante strumento strategico per integrare la sostenibilità nel proprio modello di gestione.

Proprio per questo freebly, prima società benefit tra avvocati in Italia, specializzata nell’accompagnare le aziende nel processo di trasformazione sostenibile, ha redatto un Modello 231 che esamina e misura anche i rischi di sostenibilità direttamente e/o indirettamente connessi ai rischi 231.

La prima applicazione importante di questo Modello integrato, uno dei primissimi casi in Italia, è stata realizzata con Mia-Platform, tech company innovativa italiana specializzata in piattaforme digitali. Un team interdisciplinare di freebly, composto da consulenti 231 Laura Scaglione e Cecilia Gandini, dall’avvocatessa penalista Francesca Gardella e dal consulente di Sostenibilità Riccardo Taverna, ha svolto l’analisi dei rischi societari in un modo del tutto nuovo e originale: parallelamente all’analisi tradizionale prevista per la redazione del Modello 231, infatti, è stata svolta anche un’analisi dei rischi di sostenibilità dei singoli processi aziendali valutando il loro impatto sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’azienda.

Grazie a questo approccio, il Modello 231 diventa uno strumento unico che consente di 

  • individuare simultaneamente diverse categorie di rischio
  • implementare procedure e prassi virtuose che prevengono sia rischi 231 che rischi di sostenibilità
  • costruire sistemi di gestione del rischio intergrati
  • costruire una strategia ritagliata sulle istanze ed esigenze dei propri stakeholder, creando così valore condiviso.

Secondo questa metodologia, il Modello 231 diventa un asset strategico affinché l’azienda abbia una buona governance, ma anche maggiore consapevolezza e migliore comunicazione verso tutti gli stakeholder, maggiore trasparenza sia verso l’interno che l’esterno dell’azienda e maggiore preparazione nell’intraprendere nuovi percorsi, come ad esempio l’ottenimento di certificazioni.

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