Le prospettive

Il mercato legale è diviso in due: da un lato, gli studi legali del top tier e le grandi multinazionali della consulenza, che generano ricchezza seguendo un trend positivo ininterrotto nel tempo e in controtendenza rispetto alla stessa produzione interna nazionale lorda; dall’altro lato, gli altri operatori del mercato dei servizi legali e della consulenza, del tutto polverizzati e privi di posizionamento strategico.

Nel quinquennio 2015-2020, il giro d’affari dei primi 25 studi legali italiani è aumentato del 34%, superando di 47 punti percentuali l’economia del Paese, il cui PIL dello stesso periodo ha registrato una contrazione del 13% (fonte TopLegal, novembre 2021, https://www.toplegal.it/news/2021/11/25/28098/gli-orientamenti-di-un-mercato-crepuscolare).

Secondo i dati più aggiornati di Confindustria, le società che offrono servizi di consulenza (anche legale) alle imprese sul mercato italiano sono circa 24.000 in tutto, generano un fatturato di oltre 4,6 miliardi di euro e impiegano quasi 48.000 addetti. Di queste, le grandi società di consulenza, con più di 50 addetti, sono 35 e realizzano circa il 60% del fatturato del settore. Le medie società di consulenza, tra 10 e 49 addetti, sono 460 e realizzano il 12% del fatturato del settore. Le piccole società di consulenza, tra 3 e 9 addetti, sono oltre 2.700 e realizzano il 12% del fatturato. Le micro società di consulenza, con meno di 3 addetti, sono quasi 21.000 e realizzano poco meno del 16% del fatturato del settore (fonte Assoconsult, marzo 2022, https://www.assoconsult.org/uploads/pages/attachments/43_assoconsult_osservatorio-2021_web.pdf).

Per quanto riguarda i singoli avvocati, i dati elaborati dal Censis e da Cassa Forense per il 2020, indicano che sono più di 250.000 gli avvocati abilitati in Italia nel 2020 (nel 1996, erano 87.000), più di 200.000 di questi produce un reddito inferiore a 50.000 euro annui e il 50% non supera i 20.000 euro annui (fonte Italia Oggi, agosto 2021, https://www.italiaoggi.it/news/in-italia-ancora-troppi-avvocati-soprattutto-al-sud-2530808#:~:text=In%20generale%2C%20sono%20pi%C3%B9%20di,forense%20relativa%20all’anno%202020).

Secondo uno studio condotto nel 2018 da SDA Bocconi su incarico dell’Ordine degli Avvocati di Milano (https://www.ordineavvocatimilano.it/media/allegati/consiglio-dell-ordine/201913_OAM_Sondaggio_2018_rev7mar.pdf), di circa 20 mila avvocati iscritti, 9.917 sono uomini e 9.455 donne, mentre, tra i 742 praticanti abilitati, la proporzione è di un uomo ogni due donne (278 uomini e 464 uomini).

Lo studio condotto da SDA Bocconi mostra, tra i vari dati, uno senza precedenti: a partire dal 2000, l’Ordine di Milano registra una crescita di iscritti esponenziale, anche in considerazione della iscrizione all’albo di Milano di avvocati che avevano già avviato la professione in altri circondari, mentre tale tendenza era assente nelle decadi precedenti.

Secondo questo studio, il 30% degli iscritti svolge la professione in posizione analoga a quella di collaboratori dipendenti (il 34% donne, il 25% uomini), il 60% dichiara di riuscire a conciliare, seppur con qualche difficoltà, la vita professionale con le esigenze della propria famiglia, il 13% indica un sostanziale sacrificio dei propri impegni famigliari e sociali a favore della professione e, di questi, il 50% sono gli avvocati in posizione analoga a quella di dipendenti.

Infine, il sondaggio mostra come oltre il 40% degli avvocati abbia prospettive di peggioramento complessivo della propria situazione professionale e che solo il 12% dei rispondenti percepisce una sostanziale assenza di elementi di crisi.

Per gli studi legali e di consulenza per il business, supportare oggi le imprese significa affrontare tematiche sempre più complesse, portate da sfide multiple, come i mutamenti climatici, la globalizzazione della domanda, il reshoring della produzione, e affrontarle con etica e professionalità altamente specializzata.

La stessa governance delle imprese è invitata a “inserire l’esame e l’approvazione del piano industriale (…) nel quadro di una analisi dei temi rilevanti per la generazione di valore nel lungo termine” (raccomandazione 1.a, art. 1, nuovo codice di corporate governance adottato da Borsa Italiana a gennaio 2020 https://www.borsaitaliana.it/comitato-corporate-governance/codice/2020.pdf).

Occorre potenziare le competenze, integrando figure tecniche trasversali e altamente verticali, e che potrebbero portare all’interno degli studi legali – come osserva Massimo Carbonaro, nel suo articolo “L’impresa sostenibile spinge per studi legali più multidisciplinari” pubblicato il 29 novembre 2021 su https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/l-impresa-sostenibile-spinge-studi-legali-piu-multidisciplinari-AEJO4Hz – anche gli ingegneri.

La risposta di freebly alle sfide del contesto è innovazione e ri-generazione.

Innovazione dei servizi legali.

Ri-generazione della professione forense.

Attraverso i paradigmi della sostenibilità, declinata in tutte le sue verticali:

  • etica professionale
  • modello di accoglienza e organizzazione
  • modo di procedere della governance
  • valore identitario di adesione al progetto
  • paradigma economico del mercato
  • fascio di principi che sorreggono la nuova strategia delle imprese
  • strategia di generazione di valore condiviso
  • rigenerazione delle soluzioni di business
  • progettazione di cicli economici trasformativi e rigenerativi.

In anticipo sui tempi, freebly è un first mover (o early adopter) nel proporre un modello di aggregazione tra professionisti innovativi e innovatori, visionari e coraggiosi.

Sta infatti accadendo, mentre scriviamo questo report, che un numero crescente di professionisti avvocati stia lasciando gli studi professionali tradizionali, per aggregarsi in strutture di revenue share model leggere, dematerializzate e pronte ad accogliere – come fa freebly – professionisti che hanno compreso di dover ripensare il proprio benessere e la propria professione per essere più competitivi e liberare i propri talenti https://www.lexisnexis.co.uk/insights/rise-of-the-legal-consultants/index.html.

In questo quadro, il modello freebly, già pronto per accogliere le istanze del new normal al quale la società si sta adattando,  conferma la sua scalabilità e agilità di adattamento al contesto interno e esterno in cui opera e, di conseguenza, sono confermati gli obiettivi già assegnati nel Report 2020.

 

Per quanto riguarda le ulteriori azioni di medio e lungo  periodo, freebly aggiornerà il proprio documento interno di strategia di sostenibilità, per mezzo del sustainability committee, entro il 2022.